venerdì 13 marzo 2015

La crisi dell'auto nei Social Network


Crisi dell'automobile!
Crisi di vendite!
Crisi di idee!

L'auto non si vende più in Italia? Beh in realtà il peggio pare essere passato, ma una cosa è certa: se decenni fa un individuo si fidelizzava con un marchio (mio nonno ad esempio era fedele a Citroen), adesso difficilmente l'auto rappresenta un modo di vivere, uno status symbol.

Quanti soldi ho a disposizione? 12.000 euro?
Ok, giro per le varie concessionarie lasciando sul bancone il mio malloppo e chiedendo: "con questi 12.000 euro cosa mi offrite?" 


Alla fine comprerò l'auto che a parità di prezzo mi offrirà più optional, consumerà di meno, sarà più sicura etc...

La sfida dei colossi dell'automobile è dunque quella di farsi notare prima dell'acquisto, prima dell'intenzione di andare in concessionaria e i Social Network sono uno strumento potentissimo e decisivo per vincere questa nuova battaglia.
Se mi "coccolo" il potenziale acquirente sui social, lo informo, lo faccio svagare, lo rendo importante nel nostro progetto, molto probabilmente lo stesso potenziale acquirente, quando dovrà acquistare l'auto per sé stesso, per la moglie o per la figlia, si ricorderà di noi, perché abitualmente conversa con noi sul suo smartphone e sul pc. Andrà dunque prima di tutto nella nostra concessionaria.

Se l'acquisto andrà a buon fine oppure no esce dalla cerchia social. L'importante è portare il cliente prima di tutto da noi!

Bene. 
Ma in Italia le case automobilistiche stanno sfruttando bene i social?
NO!!


Non voglio fare nomi, ma potete velocemente controllare anche voi stessi il numero di liker di ciascun marchio (che ha una pagina italiana) confrontandolo con le interazioni e il numero di persone coinvolte settimanalmente.
Un mezzo disastro. In media dal 3 al 5 % degli utenti che hanno messo Like alla pagina vengono coinvolte.

Ok... l'algoritmo di Facebook è un cattivone. La vita del socialmediacoso è dura per tutti, ma chi gestisce gli account delle case automobilistiche ci mette del suo.

Il problema in realtà è più in alto: gli Amministratori Delegati che relegano ad un gruppo di vecchi amiconi del marketing offline la responsabilità di gestire / oppure formare le agenzie che si occuperanno dei social. Forniscono il loro know how, la loro mentalità. Trasferiscono i loro concetti in un ambiente completamente diverso.
Le Agenzie (che in gran parte dei casi reputo molto competenti) per non perdere il cliente lasciano fare, senza intervenire, modificando la loro mission e portando anche loro il favoloso marketing anni '80 su Facebook.

Il risultato? POST PUBBLICITARI!
"E' stata presentata la nuova #autoauto con 250 cv cilindrata 2000 consuma poco, bagagliaio spazioso etc..."
Tutte così!
I colossi dell'automobile su Facebook e su Twitter fanno pubblicità. Replicano quanto si vede in tv e lo mettono sui social.
Qualche utente può mettere qualche like, ma commentano? No! Non c'è voglia di interazione, non c'è voglia di mettersi sullo stesso piano della community.
"La nostra auto è bella, moderna, ecologica etc" 
Un utente cosa dovrebbe scrivere?

Inoltre la gestione dei sentiment nei commenti sulla pagina da parte degli utenti è pessima. Controllate voi stessi!
Sentiment negativi ignorati, opportunità di dialogo gettate al vento.

Poi arriverà l'amministratore delegato di turno che vedendo risultati pessimi su Facebook dirà: "Lo sapevo, i social non servono a nulla".

CI VOGLIAMO SVEGLIARE?

Le opportunità per coinvolgere la community, mettere l'utente davanti al marchio sono infinite.
Serve un pizzico di coraggio. Andare controcorrente e vedere come reagirà la community.
I numeri stanno a zero, peggio di così non si potrà andare no?

#Buonweekend!

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