venerdì 27 marzo 2015

Facebook è la nuova edicola sotto casa!


C'era una volta l'edicola. Il Signor Rossi usciva di casa e prima di andare a lavorare acquistava una copia del quotidiano dal suo edicolante di fiducia. Due chiacchiere sul calcio e la politica e via a sfogliare il giornale sull'autobus.

C'era una volta il web. Il Signor Rossi usciva di casa, saliva sull'autobus e tramite mobile leggeva le notizie sul sito del suo quotidiano preferito. Arrivava al lavoro e accedeva alla home page del giornale per approfondire un articolo.

C'era una volta Facebook. Il Signor Rossi usciva di casa, saliva sull'autobus e tramite mobile leggeva le notifiche su Facebook. Scriveva un post e poi passava ai post del suo quotidiano. Cliccava su quelli più interessanti e arrivato al lavoro accedeva alla home page per leggere le notizie più interessanti.

C'era una volta Facebook e i quotidiani. Il Signor Rossi non esce dalla creatura di Mark Zuckerberg.

Da questo posto, da questa piazza, da questa città, da questo social voi non ne uscirete più!
 Notizia degli ultimi giorni: Facebook sta lavorando per trovare un accordo con le principali testate americane. I termini? Rendere fruibili i contenuti e dunque gli articoli dei quotidiani (New York Times ad esempio) direttamente sul social network.

Cosa significa? Adesso quando leggiamo un post di un quotidiano, per approfondire dobbiamo cliccare su un link che ci porta sul sito della testata. 
Cosa significa per il giornale? Un click in più.
Cosa significa per Facebook? Un utente che lascia la sua piattaforma.

Da quasi due anni ormai, il social più famoso del mondo "penalizza" i post contenenti link che portano il traffico fuori dal proprio controllo. Penalizzazioni arginate se il lavoro è ben fatto, se si alterna chiaramente adv studiati ad hoc e un piano editoriale capace di ingaggiare con gli utenti.

Rendendo fruibili i contenuti di un giornale all'interno di Facebook, gli utenti non lascerebbero la piattaforma. Alcuni analisti hanno spiegato che una simile soluzione andrebbe incontro soprattutto agli utenti mobile che tra un click e l'altro perdono secondi. Restando tutto su Facebook insomma, non ci sarebbero attese, perdite di tempo o altro.

Chiaro che un accordo del genere in breve andrebbe poi ad espandersi in tutto il globo, coinvolgendo anche l'Italia. Lasciando da parte il discorso che nel nostro Paese gran parte dei quotidiani ancora non hanno capito come e cosa postare sui social, i dubbi in realtà sono altri.

Un quotidiano cosa ci guadagna? Non avrebbe più click in più da conteggiare (e questo non sarebbe un male per chi invece gioca sui titoli solo per ottenere numeri), ma non portare traffico sulla propria home page cosa porterebbe? Chiaro che la partita tra Mark e i quotidiani si giocherà soprattutto sul lato economico e sulla divisione di una fetta (fatta di sponsor ed investimenti) che risulterà molto golosa.

Quello che Zuckerberg vuole, gran parte delle volte poi ottiene. 
Lo scopo di far circolare il web tutto attorno e dentro Facebook è chiaro.

Voi da che parte state?

#Buonafruizione


mercoledì 18 marzo 2015

Le pulizie di primavera di Facebook


Straccio, scopa, battipanni e disinfettante.
Facebook ha deciso di effettuare le pulizia di primavera!

Eliminati tutti i like sulle pagine da parte degli utenti inattivi.

La decisione era stata comunicata preventivamente a tutti i gestori delle fanpage e la settimana scorsa è scattata la maxi retata. Fuori tutti gli utenti che su Facebook non solo non postano e condividono foto di gatti e di nonnine, ma che proprio non si loggano mai.

Beh tutti i socialmediacosi che hanno lavorato seriamente nel corso degli anni non hanno certo temuto una simile azione (certo qualche pagina ha perso 100 - 300 - 1.000 utenti, ma nulla di terrificante).
A preoccuparsi sono stati tutti quegli ominidi che in questi anni hanno COMPRATO LIKE, hanno COMPRATO PAGINE cambiando poi nome. Purtroppo in Italia ancora adesso in molti pesano il successo di una fanpage sulla base del numero di liker senza preoccuparsi minimamente di interazioni.

Una pagina ha 1 milione di utenti? Molto figo!!! Poi magari settimanalmente ne vengono coinvolti 1200, ma poco importa, perché sono ancora in molti a non comprendere che la differenza sui social la fa il coinvolgimento. 

Beh insomma questi ominidi sicuramente hanno subito le perdite maggiori e così dopo la lenta e inesorabile cancellazione degli account personali utilizzati a scopo professionale, ora l'eliminazione di like inattivi sta portando il social nella direzione di chi bene o male sa fare questo lavoro.

SIETE TUTTI D'ACCORDO SU QUANTO FATTO DA FACEBOOK?

Credo di sì e in realtà c'è poco da discutere.
L'eliminazione dei like degli utenti inattivi (che se tornassero attivi riconquisterebbero subito tutti i like e le credenziali) è un passaggio fondamentale per rendere in maniera più chiara il lavoro di chi calcola con percentuale il tasso di engagement e di interazioni di una pagina partendo dal numero di fans.
Inoltre, una scrematura dopo 10 anni facebookiani è fondamentale. La gente ahimè muore e senza "pulizia" tra 20 anni (ammesso che facebook resista) ci si troverebbe con una fanbase troppo ampia comprendente anche i deceduti e chi magari utilizzava il social di Mark nel 2010, ma non più nel 2030.
Una pulizia giusta insomma.

C'E' SOLO UN MA...
I Facebook ADV se ben targhettizzati vanno a pescare solo persone interessate e in linea con la mission della pagina. E' un lavoro strutturato e non semplice se si vuole ottenere il massimo dal budget disponibile.
Il fatto è che tra le persone che mettono il "like" ci sono anche utenti che poi diventeranno inattivi e che Facebook eliminerà. Ma quel "like" a me è costato (centesimi certo) e non mi verranno mai rimborsati. E' giusto? Forse fa parte solo delle regole del gioco.
Inoltre le grandi e clandestine "società" che appunto vendono like e che spesso sono situate nel sud est asiatico, per non far individuare la propria origine, mettono anche dei "mi piace" a caso creando migliaia di utenti, con interessi diversi, che rischiano di finire nel target della nostra inserzione.
Anche in questo caso un loro click o like è un costo mai più rimborsato.

Questo è il piccolo "ma" che meriterebbe comunque un pensiero più approfondito...

Chissà se torneranno a farsi sotto le inserzioni che vendono tot di like al chilo adesso?

#avanticosì!


venerdì 13 marzo 2015

La crisi dell'auto nei Social Network


Crisi dell'automobile!
Crisi di vendite!
Crisi di idee!

L'auto non si vende più in Italia? Beh in realtà il peggio pare essere passato, ma una cosa è certa: se decenni fa un individuo si fidelizzava con un marchio (mio nonno ad esempio era fedele a Citroen), adesso difficilmente l'auto rappresenta un modo di vivere, uno status symbol.

Quanti soldi ho a disposizione? 12.000 euro?
Ok, giro per le varie concessionarie lasciando sul bancone il mio malloppo e chiedendo: "con questi 12.000 euro cosa mi offrite?" 


Alla fine comprerò l'auto che a parità di prezzo mi offrirà più optional, consumerà di meno, sarà più sicura etc...

La sfida dei colossi dell'automobile è dunque quella di farsi notare prima dell'acquisto, prima dell'intenzione di andare in concessionaria e i Social Network sono uno strumento potentissimo e decisivo per vincere questa nuova battaglia.
Se mi "coccolo" il potenziale acquirente sui social, lo informo, lo faccio svagare, lo rendo importante nel nostro progetto, molto probabilmente lo stesso potenziale acquirente, quando dovrà acquistare l'auto per sé stesso, per la moglie o per la figlia, si ricorderà di noi, perché abitualmente conversa con noi sul suo smartphone e sul pc. Andrà dunque prima di tutto nella nostra concessionaria.

Se l'acquisto andrà a buon fine oppure no esce dalla cerchia social. L'importante è portare il cliente prima di tutto da noi!

Bene. 
Ma in Italia le case automobilistiche stanno sfruttando bene i social?
NO!!


Non voglio fare nomi, ma potete velocemente controllare anche voi stessi il numero di liker di ciascun marchio (che ha una pagina italiana) confrontandolo con le interazioni e il numero di persone coinvolte settimanalmente.
Un mezzo disastro. In media dal 3 al 5 % degli utenti che hanno messo Like alla pagina vengono coinvolte.

Ok... l'algoritmo di Facebook è un cattivone. La vita del socialmediacoso è dura per tutti, ma chi gestisce gli account delle case automobilistiche ci mette del suo.

Il problema in realtà è più in alto: gli Amministratori Delegati che relegano ad un gruppo di vecchi amiconi del marketing offline la responsabilità di gestire / oppure formare le agenzie che si occuperanno dei social. Forniscono il loro know how, la loro mentalità. Trasferiscono i loro concetti in un ambiente completamente diverso.
Le Agenzie (che in gran parte dei casi reputo molto competenti) per non perdere il cliente lasciano fare, senza intervenire, modificando la loro mission e portando anche loro il favoloso marketing anni '80 su Facebook.

Il risultato? POST PUBBLICITARI!
"E' stata presentata la nuova #autoauto con 250 cv cilindrata 2000 consuma poco, bagagliaio spazioso etc..."
Tutte così!
I colossi dell'automobile su Facebook e su Twitter fanno pubblicità. Replicano quanto si vede in tv e lo mettono sui social.
Qualche utente può mettere qualche like, ma commentano? No! Non c'è voglia di interazione, non c'è voglia di mettersi sullo stesso piano della community.
"La nostra auto è bella, moderna, ecologica etc" 
Un utente cosa dovrebbe scrivere?

Inoltre la gestione dei sentiment nei commenti sulla pagina da parte degli utenti è pessima. Controllate voi stessi!
Sentiment negativi ignorati, opportunità di dialogo gettate al vento.

Poi arriverà l'amministratore delegato di turno che vedendo risultati pessimi su Facebook dirà: "Lo sapevo, i social non servono a nulla".

CI VOGLIAMO SVEGLIARE?

Le opportunità per coinvolgere la community, mettere l'utente davanti al marchio sono infinite.
Serve un pizzico di coraggio. Andare controcorrente e vedere come reagirà la community.
I numeri stanno a zero, peggio di così non si potrà andare no?

#Buonweekend!

giovedì 12 marzo 2015

I'M COMING BACK


Sto tornando.
Mesi di pausa nel blog, mesi di attività online, digital, social piuttosto intensi.

Aggiornare il blog è un lavoro
Aggiornare il blog con frasi senza senso è superfluo.

Prima deve giungere l'idea e poi le dita possono muoversi sulla tastiera creando frasi costruttive.
Ce la sto per fare :)

Sto tornando.