martedì 25 marzo 2014

Facebook e la battaglia del pane



Le pagine Facebook stanno crollando, la visibilità sta sparendo, se non paghi non ottieni, ma è giusto?

Forse sì...

Il problema è che siamo in tanti ad utilizzare Facebook e negli anni sempre più aziende hanno compreso (o fanno finta di aver compreso) che i social se utilizzati bene, possono diventare un utile, anzi fondamentale strumento di marketing. Ecco dunque che le pagine aziendali, insieme a quelle di svago e private si moltiplicano giorno dopo giorno...

Facciamo un passo indietro. Immaginiamo l'epoca in cui furono fondate le prime città.
Un uomo ad un certo punto, costruita la sua casa, decise di aprire una panetteria: i cittadini avevano bisogno di pane, ed ecco che in poco riuscì a costruire il suo esercizio commerciale.
Il primo anno l'uomo, essendo l'unico panettiere della città, divenne molto ricco. Sfornava pane ogni giorno, tutti andavano da lui e tutti apprezzavano il suo lavoro.
Un giorno però venne aperta un'altra panetteria. Il primo "competitor" del nostro amico. In quell'anno i guadagni furono sempre buoni, ma leggermente in calo rispetto ai 12 mesi precedenti, anche perché pure l'altro panettiere era bravo e i prezzi erano inoltre più bassi.
Dopo 10 anni in città erano presenti 25 panetterie e il nostro amico comprese che per farsi notare, per ricordare ai cittadini che il suo era il pane più buono, era fondamentale della pubblicità. Spese qualche soldo, fece manifesti, volantini e diciamo che a fine anno, anche grazie a questa spesa, riuscì a tornare ad essere il panettiere di riferimento.
Gli altri però non rimasero a guardare: c'è chi spese il guadagno di due mesi in pubblicità, chi pagò degli attori per creare degli spot da strada. Iniziò una "guerra" di marketing che mise in ginocchio i panettieri, anche perchè molte famiglie decisero di pagare con pochi scudi delle giovani stagiste, per nulla esperte, che però facevano pane a bassissimo costo. I panettieri si allearono, crearono agenzie di panetterie, studiarono i case history lanciando sul mercato anche i grissini, i gioppini e i crackers (molto amati ad ovest).
Alla fine chi riuscì a sopravvivere?
Ce la fecero i panettieri bravi, capaci di preparare un pane di qualità, a prezzo onesto. Ce la fecero anche perché spesero qualche soldino in promozione, perché in una giungla di pane, farsi notare era indispensabile.

Ecco... si può considerare giusto oppure no quanto sta accadendo su Facebook, il crollo di visibilità delle pagine, la chiusura dei link esterni e molto altro... in un mare di pagine però Facebook deve premiare chi paga (anche poco).
Farlo comprendere ai nostri clienti è fondamentale. I social sono uno strumento di marketing potente, ma quale strumento, capace di raggiungere 26 milioni di italiani può essere gratuito?
Saper utilizzare bene il budget e fornire prodotti di qualità ci permetteranno di restare a galla e vincere la nostra battaglia.

#buonpaneatutti

venerdì 7 marzo 2014

Motocross - Una storica rivista che abbraccia il Social



Uno degli obiettivi primari dei Social Network intesi come business, deve essere quello di mettere in contatto il produttore con il consumatore, il brand con i propri acquirenti, il fornitore di servizi con chi, i servizi, li riceve.
E' un obiettivo che non può mancare, proprio perché la forza dei Social sta tutto o quasi in questo: avvicinare gli utenti ai brand.
Ecco dunque che con uno dei clienti che seguo, abbiamo deciso di dare il via ad un'attività che sta riscontrando un ottimo successo.
Il marchio è la rivista Motocross, Bibbia per gli appassionati del fuoristrada, uno di quei pochi mensili che in Italia va in edicola con regolarità da decenni. Quattroruote, Motociclismo e Motocross sono i tre pilastri dell'editoria dedicata al motore, ma per ovvie ragioni, è stato necessario modificare qualcosa per mantenere alta l'attenzione.

La crisi, il web, l'editoria in ginocchio, i social e molto altro difficilmente potranno riportare i quotidiani, settimanali e mensili ai fasti antichi, ma con intelligenza si può cavalcare l'onda (allearsi con il social) per proporre tematiche, contenuti ed iniziative al passo con i tempi.
Abbiamo deciso di creare un post sulla pagina Facebook dove gli utenti (in costante crescita) potevano "intervistare" il direttore della testata Edoardo Pacini, ponendo domande relative al giornale, oppure al prodotto, allo sport o al movimento crossistico generale.
Direte: "nulla di originale". Vero, però più volte ho notato che molti brand, bravissimi nel creare campagne colossali, peccano in uno step imprescindibile della gestione social, ovvero mettere a contatto il brand (meglio proprio se il responsabile) e gli utenti.

Le domande sono state varie, tanti i suggerimenti, le curiosità e alla fine l'iniziativa è stata apprezzata, proprio perché in Italia non è comune che un direttore di un mensile (tra l'altro ricordiamo che parliamo di una delle riviste più storiche e conosciute d'Italia) si metta a nudo, esponga la sua faccia davanti al popolo spesso poco cortese dei social per rispondere a tutte le domande.
Iniziativa dunque semplice, ma non scontata visto quanto accade in giro. Successo di numeri e convinzione che questa sia una delle strade giuste per avvicinare ulteriormente i lettori e i potenziali lettori a Motocross.

Ricordate: gli utenti sui social vogliono essere protagonisti, se mettono "Mi Piace" ad una pagina è perché seguono quel brand, vorrebbero essere aggiornati, ricevere sconti, ma anche diventarne parte attiva. La community muove le interazioni, la community non vuole subire pubblicità passiva, ma vuole vivere in modo attivo tutto quello che riceve. L'opinione, il suggerimento dato al Direttore della rivista in un commento vale moltissimo per il brand, ma vale moltissimo anche per la reputazione di una pagina che fa comprendere quanto sia importante ASCOLTARE la comunità ed il singolo individuo.

#fullgas


martedì 4 marzo 2014

#100HAPPYDAYS Funziona davvero?



Chi di voi è incappato nell'iniziativa #100happydays ?

Per chi non sapesse di cosa sto parlando, ecco i punti salienti:





Tutte le altre info le trovate qui: http://www.100happydays.com/it/

Forse sono un ingenuo e magari sotto si nasconde una strategia di marketing colossale, ma anche se così fosse, ho trovato questa iniziativa davvero interessante ed originale.
Insomma, se ci pensate bene, è possibile essere felici per 100 giorni di seguito? Certo che no, ma in ogni giornata qualcosa di bello ci accade, qualcosa anche di piccolo, che non può fare la differenza, ma che magari anche per un singolo istante ci fanno stare bene.
Pensiamo ad un piatto, una risata, un film, una canzone, un commento buffo su Facebook, un amico, un abbraccio, un bacio, un gol della squadra del cuore... insomma, questa iniziativa ci spinge ad individuare quei frammenti di gioia che ci attraversano quotidianamente senza neppure che ce ne accorgiamo.

La fisica quantistica spinge su questo: più ci si comporta in una certa maniera, più saremo investiti degli stessi sentimenti. Crederci oppure no sta a voi. Qui parlo di social, non di leggi di attrazione e questa semplice attività social mi ha... attratto :)

Insomma, nella banalità di tutti i giorni, a volte sbuca fuori qualcosa di carino. Che ne pensate?
Io ci provo, domani sarà il day 1. Arriverò a 100? #velodiròtratremesi !